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Il coraggio di dire NO: la vera immersione comincia prima di entrare in acqua

Il coraggio di dire NO: la vera immersione comincia prima di entrare in acqua
– Gruppo Subacqueo in immersione

Perché dire NO è una competenza fondamentale per ogni subacqueo responsabile

Quando non immergersi, il coraggio di dire NO! per la sicurezza. Nel mondo della subacquea ricreativa e tecnica, si parla spesso delle meraviglie del mondo sommerso: relitti avvolti dal mistero, pareti colorate da coralli, incontri con creature affascinanti. Ma c’è un aspetto meno spettacolare, eppure assolutamente vitale, che ogni subacqueo dovrebbe apprendere fin dalle prime bolle: saper dire NO.

Capire quando non immergersi in subacquea è una delle decisioni più importanti che un subacqueo possa prendere. Decidere di non immergersi, anche quando tutto sembra pronto, richiede coraggio, lucidità e consapevolezza. Non è un segno di debolezza, ma una vera e propria abilità subacquea, tanto importante quanto il controllo dell’assetto o la lettura del manometro.

Quando non immergersi in subacquea è la scelta più saggia

Molti subacquei, soprattutto alle prime esperienze, credono che “immergersi sempre” sia sinonimo di coraggio, spirito di avventura o dedizione. In realtà, non immergersi quando qualcosa non va è un atto di profonda consapevolezza e un segno di responsabilità verso sé stessi e verso il gruppo.

Dire NO non significa essere deboli o impreparati: significa avere la lucidità di capire che il nostro stato fisico, mentale o le condizioni ambientali non sono ideali per un’immersione sicura.

Non tutte le giornate sono uguali. Non tutti i mari sono uguali. E nemmeno noi siamo sempre nella stessa condizione. Ecco alcune situazioni in cui fermarsi è la scelta più intelligente:

  • Stanchezza fisica o mentale: dopo una notte insonne, un lungo viaggio o una giornata stressante, il nostro corpo potrebbe non essere pronto.
  • Malesseri anche lievi: un raffreddore, un fastidio alle orecchie o una digestione difficile possono compromettere la sicurezza.
  • Ansia o sensazioni negative: se il pensiero dell’immersione genera disagio o insicurezza, è bene ascoltarsi.
  • Attrezzatura non funzionante o non familiare: mai scendere con un erogatore che perde o una muta che non ci convince.
  • Condizioni meteo-marine sfavorevoli: onde alte, corrente forte, visibilità scarsa.
  • Poca familiarità con il sito o con il compagno di immersione.
briefing Pre-immersione
Briefing Pre-immersione

Il valore del briefing e della preparazione mentale

Il briefing pre-immersione non è solo una formalità. È il momento in cui ci si confronta, si valutano le condizioni, si ripassano i segnali e si ascolta il proprio stato interiore. In quel momento, ognuno dovrebbe chiedersi con sincerità: “Mi sento pronto per questa immersione?”

La capacità di valutare la propria idoneità fisica e mentale è una delle più grandi dimostrazioni di maturità subacquea. Ignorarla, al contrario, può portare a incidenti evitabili.

La pressione del gruppo: un pericolo sottile

In molti casi, il subacqueo si sente “costretto” a immergersi per non rovinare i piani altrui, per non sembrare pauroso o impreparato. Questa pressione sociale è subdola, ma reale. Nessuno vuole sentirsi giudicato, specie se in un gruppo di amici o in un contesto vacanziero.

Ma è fondamentale ricordare che sott’acqua non ci sono spettatori. Non si vince nulla. Nessuna immersione vale il rischio della propria incolumità. E capire quando è meglio non immergersi è un aspetto centrale della sicurezza in immersione.

La paura di fare brutta figura con il gruppo: un nemico invisibile

Spesso non è la paura dell’acqua o dell’immersione a bloccarci, ma la paura di fare brutta figura. Si teme di essere etichettati come insicuri, meno esperti o addirittura inadeguati.

Ma il vero subacqueo non si misura in metri o in numero di immersioni: si misura in scelte consapevoli. Dire NO davanti al gruppo non è una vergogna, è un atto di forza. E se qualcuno ti giudica per questo, forse non è il gruppo giusto con cui immergersi.

Nel nostro club, ogni volta che un allievo dice: “Oggi preferisco non scendere”, ci complimentiamo. Perché in quella frase c’è tutto: ascolto di sé, responsabilità e maturità.

Istruttore Subacqueo
Istruttore Subacqueo

Il ruolo degli istruttori e la cultura della sicurezza

Gli istruttori subacquei hanno il dovere non solo di formare tecnicamente, ma anche di educare al rispetto di sé e all’ascolto del proprio corpo e delle proprie emozioni.

Un bravo istruttore è colui che insegna che rinunciare è parte integrante della subacquea. Che sa raccontare anche i giorni in cui ha scelto di non immergersi per sicurezza. Perché è in quelle scelte che si forgia il vero spirito subacqueo.

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Ogni immersione è una scelta

Ogni immersione è una decisione. E come tutte le decisioni, deve essere presa con lucidità e valutazione del rischio. Comprendere quando evitare l’immersione è parte della crescita personale e sportiva.

Nel nostro ATIS Diving Club, promuoviamo da sempre la cultura della sicurezza e del rispetto dei propri limiti. Perché il mare sarà sempre lì, anche domani. Ma tu, oggi, potresti non essere nella tua forma migliore.

E allora la vera domanda non è: “Me la sento o no?” Ma piuttosto: “Me la sento abbastanza da essere utile anche al mio compagno, in caso di bisogno?”

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Se la risposta è no, la scelta più responsabile è restare a terra.

Conclusione: la forza del NO

Saper dire NO è una forma di amore per la subacquea. Un NO oggi può significare tanti Sì in futuro: a immersioni sicure, serene, entusiasmanti.

Non c’è nulla di più bello che immergersi con il cuore leggero e la mente libera. E a volte, per tornare ad avere quel piacere puro, serve solo un po’ di pazienza e il coraggio di ascoltarsi.

Immergersi o non immergersi? Il vero subacqueo sa che la risposta più giusta non è quella che vogliono gli altri, ma quella che sente nel profondo.

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