Quando si parla di immersioni, una corretta compensazione è un pilastro della sicurezza. Una domanda sorge spontanea: “Posso usare farmaci per liberarmi il naso?”. L’uso di anticongestionanti in subacquea è una scorciatoia farmacologica rischiosa che ogni istruttore sconsiglia.
Scopriamo insieme perché questa pratica è una delle idee più pericolose che un subacqueo possa avere.
Cosa sono esattamente gli anticongestionanti nasali?
Gli anticongestionanti (o decongestionanti) sono farmaci progettati per alleviare la congestione nasale. Il loro meccanismo d’azione consiste nel restringere i vasi sanguigni nelle mucose nasali, riducendone il gonfiore e permettendo all’aria di passare più liberamente.
Si trovano principalmente in due forme:
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Farmaci topici (spray nasali): contengono principi attivi come ossimetazolina o xilometazolina. Agiscono rapidamente e localmente.
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Farmaci sistemici (capsule o compresse): contengono pseudoefedrina o fenilefrina. Vengono assunti per via orale e agiscono su tutto l’organismo.
La tentazione del subacqueo: perché si pensa di usarli
L’equazione sembra semplice: naso chiuso = difficoltà di compensazione. Un subacqueo con una leggera congestione potrebbe essere tentato di usare un decongestionante per risolvere il problema all’istante e non dover rinunciare a un’immersione pianificata. Dopotutto, respirare liberamente e sentire i seni paranasali aperti è fondamentale per equilibrare la pressione in discesa. Ma cosa succede quando l’effetto del farmaco svanisce nel momento sbagliato?
Il rischio: l’effetto “rebound” sott’acqua
Il pericolo maggiore legato all’uso di decongestionanti in immersione è la loro durata d’azione limitata. Se l’effetto svanisce mentre sei sul fondo, si scatena il temuto effetto rebound: le mucose si gonfiano di colpo, bloccando le vie aeree.
Se questo blocco avviene durante la risalita, l’aria in espansione rimane intrappolata, con conseguenze devastanti:
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Dolore lancinante a orecchie, fronte e zigomi.
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Impossibilità di compensare la pressione in uscita (blocco inverso).
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Barotrauma da risalita, la conseguenza più grave.
Conseguenze dirette del blocco inverso
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Squeeze inverso dei seni paranasali: causa dolore violento e possibili emorragie.
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Barotrauma dell’orecchio medio: può portare alla perforazione del timpano e a gravi vertigini sott’acqua.
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Panico: il disorientamento e il dolore possono facilmente portare a una situazione di panico.
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Altri effetti collaterali: perché l’accoppiata anticongestionanti subacquea è pericolosa
Oltre ai rischi meccanici legati alla pressione, i decongestionanti (specialmente quelli orali) hanno effetti sistemici che sono incompatibili con la sicurezza in immersione:
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Aumento della frequenza cardiaca (tachicardia).
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Aumento della pressione arteriosa.
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Stati di ansia, tremori e nervosismo.
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Riduzione della lucidità e della prontezza di riflessi.
Un subacqueo deve essere calmo, lucido e nelle migliori condizioni fisiche possibili. Questi farmaci compromettono esattamente tali requisiti.
La regola d’oro del subacqueo intelligente
In subacquea, non esistono scorciatoie quando si parla di salute. La regola è semplice e non negoziabile:
Se non sei in condizione di compensare naturalmente, non sei in condizione di immergerti.
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Questo significa:
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❌ NON USARE anticongestionanti nasali o orali per “forzare” un’immersione.
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❌ NON IMMERGERTI se hai il raffreddore, sinusite o una forte allergia.
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✅ ASCOLTA il tuo corpo e rinvia l’immersione. Il mare sarà lì anche domani.
Meglio saltare un’immersione che rischiare un incidente che potrebbe tenerti fuori dall’acqua per mesi, se non per sempre.
Domande frequenti (FAQ)
D: E se ho solo una leggerissima congestione?
R: Anche una congestione lieve può peggiorare con la pressione o a causa del muco. Il rischio non vale la pena. Fai una prova di compensazione in superficie: se non è perfetta, non immergerti.
D: Esistono alternative sicure agli anticongestionanti?
R: L’unica alternativa sicura è aspettare che la congestione si risolva naturalmente. Alcuni sub trovano beneficio in lavaggi nasali con soluzione salina nei giorni precedenti l’immersione per mantenere le vie aeree pulite, ma questo non è un rimedio per una congestione in atto.
D: Dopo quanto tempo da un raffreddore posso tornare a immergermi?
R: La maggior parte delle agenzie didattiche e dei medici subacquei consiglia di aspettare almeno una settimana dopo la completa scomparsa dei sintomi, assicurandosi che la compensazione sia facile e non forzata.
Conclusione: la sicurezza prima di tutto
L’accoppiata anticongestionanti subacquea è sempre da evitare. L’illusione di una soluzione rapida può trasformarsi in un grave incidente.
Come impariamo durante i corsi sub, L’immersione è un’attività di consapevolezza e rispetto per i limiti del proprio corpo. Non lasciare che la voglia di fare un tuffo in più metta a rischio la tua salute.