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Come fanno i cetacei a non affogare dormendo

Come fanno i cetacei a non affogare dormendo? Nel silenzio degli oceani, mentre tutto sembra calmo in superficie, nei fondali blu si muovono creature imponenti e intelligenti: i cetacei. Balene, delfini, orche… tutti mammiferi marini accomunati da una domanda che incuriosisce da sempre:

Come fanno i cetacei a non affogare dormendo?

La risposta alla domanda “Come fanno i cetacei a non affogare dormendo?” è sorprendente e racconta di un adattamento evolutivo unico: i cetacei dormono… a metà.

Come fanno a non affogare?
Come fanno a non affogare?

Il sonno “a metà cervello”: cos’è e come funziona?

A differenza degli esseri umani, che durante il sonno hanno entrambi gli emisferi cerebrali in stato di riposo, i cetacei praticano il cosiddetto sonno uni-emisferico. Questo significa che solo un emisfero del loro cervello dorme alla volta, mentre l’altro rimane completamente vigile.

Questa particolare strategia evolutiva spiega proprio come fanno i cetacei a non affogare dormendo, permettendo loro di:

  • Continuare a risalire in superficie per respirare: un emisfero vigile gestisce la respirazione e il controllo motorio.
  • Mantenere una vigilanza costante sull’ambiente circostante, fondamentale per individuare possibili predatori e altri pericoli.
  • Muoversi lentamente per non perdere contatto con il proprio branco e per conservare energia.

In sintesi, mentre una parte del cervello riposa, l’altra mantiene attivi i sistemi essenziali alla sopravvivenza.

I delfini, professionisti del riposo attivo

Gli studi scientifici hanno rivelato che i delfini dormono mediamente circa 8 ore al giorno, ma non in un’unica fase continua né completamente immobili. Infatti, è frequente osservare delfini che dormono:

  • Galleggiando dolcemente vicino alla superficie, facilitando così una rapida respirazione.
  • Nuotando lentamente in cerchio, comportamento tipico che consente di mantenere la posizione senza allontanarsi troppo.
  • Chiudendo un occhio per volta: l’occhio chiuso corrisponde all’emisfero cerebrale che sta dormendo.

Questa modalità di riposo permette loro di riprendere rapidamente coscienza completa se necessario, come in presenza di minacce o cambiamenti ambientali, ed è proprio così che fanno i cetacei a non affogare dormendo.

E le grandi balene?

Anche le balene, nonostante la loro mole imponente, adottano strategie molto simili. Alcune specie dormono sospese verticalmente nell’acqua, immobili come vere e proprie colonne marine. Questo comportamento è stato osservato in capodogli e altre grandi specie di cetacei.

Altre balene preferiscono invece dormire lasciandosi semplicemente trasportare dalla corrente, fidandosi completamente del loro cervello “semi-sveglio” per gestire respirazione e posizione.

Equilibrio perfetto tra istinto e intelligenza

Il sonno uni-emisferico è un esempio straordinario di come i cetacei si siano perfettamente adattati alla vita marina. Questi animali, mammiferi che milioni di anni fa vivevano sulla terraferma, hanno sviluppato adattamenti unici per sopravvivere e prosperare negli oceani.

Il cervello dei cetacei, estremamente sviluppato, è capace non solo di dormire in modo intelligente ma anche di elaborare complesse comunicazioni, mantenere solidi legami sociali e, in alcuni casi documentati, persino assistere subacquei e nuotatori in difficoltà.

Cosa possono imparare i subacquei dai cetacei?

Per chi pratica immersioni o apnea, conoscere questi adattamenti è utile e stimolante. I cetacei insegnano molto sulla consapevolezza corporea, sulla gestione del respiro e sulla capacità di mantenere la calma anche in condizioni sfavorevoli.

La subacquea e l’apnea, infatti, richiedono una profonda connessione con il proprio corpo e la capacità di ascoltare i segnali che questo invia, proprio come fanno balene e delfini.

E forse, la prossima volta che incontrerete un delfino durante una vostra immersione, potreste chiedervi ancora una volta come fanno i cetacei a non affogare dormendo, magari osservandovi incuriosito e sorridendo sotto la superficie del mare.

Alberto Tumminelli

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